“Obiettivi su Burri – Fotografie e fotoritratti di Alberto Burri dal 1954 al 1993” a Città di Castello

“Obiettivi su Burri – Fotografie e fotoritratti di

Alberto Burri dal 1954 al 1993″

 

Alberto-Burri-presso-il-Grande-cretto-di-Gibellina-1987_foto-di-V.-Contino. (1).jpg

Alberto-Burri-presso-il-Grande-cretto-di-Gibellina-1987_foto-di-V.-Contino. 

Ad Alberto Burri, negli Ex Seccatoi del Tabacco, come ogni anno, a partire dal 2015, Centenario della nascita, Città di Castello dedica la mostra “Obiettivi su Burri – Fotografie e fotoritratti di Alberto Burri dal 1954 al 1993”.

Ideata e realizzata dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, a cura di Bruno Corà, l’esposizione oltre a ricordare Burri, compie una ricognizione esauriente sui maggiori e più assidui professionisti della fotografia che lo hanno ritratto in differenti momenti e circostanze della sua vita.

I ritratti, a partire dagli anni Cinquanta quando Burri iniziava a consolidare il suo percorso artistico, fissano espressioni, azioni, luoghi, frequentazioni, abitudini e momenti solitari del grande artista per il quale la pittura rappresentò una scelta di vita e un impegno radicale

Alberto-Burri-Citta-di-CAstello-anni-70_foto-di-Aurelio-Amendola...jpgAlberto-Burri-Citta-di-CAstello-anni-70_foto-di-Aurelio-Amendola

In occasione di questa mostra verranno aperti al pubblico altri 2.300 metri quadrati di nuovi ambienti museali opportunamente messi a norma presso gli Ex Seccatoi, nei quali avranno luogo, oltre all’evento in programma, future iniziative rivolte ad approfondire lo studio e la conoscenza dell’opera di Burri e l’influenza da lui esercitata sull’arte contemporanea.

Tra i numerosi fotografi professionisti sono presenti in mostra opere fotografiche di Aurelio Amendola, Gabriele Basilico, Giorgio Colombo, Vittor Ugo Contino, Plinio De Martiis, Gianfranco Gorgoni, Giuseppe Loy, Ugo Mulas, Josephine Powell, Sanford H. Roth, Michael A. Vaccaro, André Villers, Sandro Visca, Arturo Zavattini e altri.

Alberto-Burri-agli-Ex-Seccatoi-Tabacco-Citta-di-Castello-1991_foto-di-Lionello-Fabbri..jpg

Alberto-Burri-agli-Ex-Seccatoi-Tabacco-Citta-di-Castello-1991_foto-di-Lionello-Fabbri.

Nell’occasione sarà edito un catalogo a cura della Fondazione che, oltre a raccogliere le immagini più significative dei fotografi prescelti, contiene i saggi e i contributi critici di Bruno Corà, Aldo Iori, Rita Olivieri e Chiara Sarteanesi, nonché agli apparati bibliografici e le schede biografiche dei fotografi, redatti da Greta Boninsegni.

La mostra, appena inaugurata, resterà aperta tutta l’estate. Sono previste visite guidate e un ciclo di conferenze sull’opera di alcuni tra i fotografi che hanno operato assiduamente con il Maestro.

 Rosso Plastica M3, 1961, Plastica, combustione su tela.jpg

Rosso Plastica M3, 1961, Plastica, combustione su tela

 

Annunciata inoltre, nell’ambito della Biennale Arte di Venezia alla Fondazione Giorgio Cini un’importante retrospettiva antologica dedicata ad Alberto Burri, a coronamento di una stagione di grandi celebrazioni internazionali per l’artista umbro. La mostra è organizzata con Fondazione Burri, in collaborazione con Tornabuoni Art e Paola Sapone MCIA

L’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia presenterà dal 10 maggio al 28 luglio 2019 BURRI la pittura, irriducibile presenza, ampia e importante retrospettiva antologica dedicata ad Alberto Burri, a coronamento di una stagione di grande celebrazione dell’artista umbro sia in Italia che all’estero.

La mostra, curata da Bruno Corà, Presidente della Fondazione Burri, e organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini e dalla Fondazione Burri in collaborazione con Tornabuoni Art e Paola Sapone MCIA, è un progetto concepito appositamente per Venezia che ripercorre cronologicamente le più significative tappe del percorso del Maestro della ‘materia’ attraverso molti dei suoi più importanti capolavori.

 

A. M. D. P.

 

Città di Castello (Pg), Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri – Ex Seccatoi del Tabacco: “Obiettivi su Burri – Fotografie e fotoritratti di Alberto Burri dal 1954 al 1993” fino al 12 Settembre 2019

Info:

museo@fondazioneburri.org

www.fondazioneburri.org

Ufficio stampa

Studio ESSECI di Sergio Campagnolo

Referente Stefania Bertelli: gestione1@studioesseci.net

 

Brunelleschi. Seicentenario dell’ “Ospedale degli Innocenti” di Firenze 1419- 2019

Brunelleschi. Seicentenario

dell’ “Ospedale degli Innocenti” di Firenze

madonna-degli-innocenti.jpg

ingresso.jpg

Nel seicentenario dell’ Istituto degli innocenti, 1419- 2019, è un’emozione sempre grande e nuova rivisitarlo

Primo orfanotrofio in Europa, progettato da Filippo Brunelleschi che lo realizzò, dal 1419 al 1427, ( e poi continuato dal suo allievo Francesco della Luna) è una delle prime architetture rinascimentali con la straordinaria Loggia a cui vennero aggiunti dieci tondi in terracotta invetriata bianca e azzurra di Andrea della Robbia con la figura di un neonato in fasce, divenuto poi il simbolo dello Spedale stesso.

museo-degli-innocenti.jpg

Andrea della Robbia

172 medagliettajpg.jpg

Medagliette identificative degli innocenti

Il Museo degli Innocenti, dopo il complesso intervento di restauro, ad opera di Ipostudio Architetti, guidati da Carlo Terpolilli, voluto dalla Soprintendenza toscana e sostenuto dalla Regione, costituisce ancora oggi un riferimento nazionale ed europeo per la promozione della cura dei diritti dell’infanzia in quanto ospita due asili nido, una scuola materna, tre case famiglia destinate all’accoglienza di bambini in affido familiare e madri in difficoltà, ed alcuni uffici di ricerca dell’Unicef, oltre ad essere Centro Nazionale di Documentazione e Analisi sull’Infanzia e l’Adolescenza.

la-facciata.jpg

Lo “SPEDALE”,
in sei secoli di attività, ha custodito l’esistenza di più di 500.000 bambini in difficoltà i quali venivano lasciati dalle madri con la speranza un giorno di riprenderli con loro e ai quali veniva data una mezza medaglietta di identidicazione per l’eventuale ricongiungimento. E a tal proposito sono documentate le vite di bambini, che poi invece o venivano dati in affido, o avviati ad un mestiere umile, o che rimanevano attivi all’interno dell’ Istituto eseguendo lavori utili.

Edificato al tempo della Repubblica fiorentina per volontà dell’Arte della Seta, l’ edificio rappresenta uno dei primi esempi di “architettura modulare”, equilibrata ed armonica, geometricamente perfetta per la successione ritmica, e con membrature che conferiscono una purezza complessiva raffinata che ben si raccorda con la splendida Piazza dell’Annunziata e che furono adottate anche in altre architetture di Brunelleschi come S. Lorenzo e S. Spirito. La facciata, caratterizzata da archi sorretti da colonne corinzie, col suo porticato, infatti, mette in relazione l’orfanotrofio e la Piazza, simbolo di spazio comunitario a misura d’uomo.

Museo.jpg

E comunque a questo importante aspetto umano, si aggiunge in Brunelleschi una mirabile “chiarezza mentale” di matematica e geometria applicata all’ arte creando “il nuovo stile architettonico del Rinascimento”.

Orafo e scultore, il geniale Brunelleschi realizzò in seguito anche il suo capolavoro architettonico trovando la soluzione per la costruzione della cupola su Santa Maria del Fiore, una complessa perfetta semisfera composta di meridiani e paralleli, secondo il principio costruttivo «autoportante».


photo0jpg.jpg
Cortile delle donne

Il percorso della visita dell’Ospedale, ordinato dai curatori Stefano Filipponi ed Eleonora Mazzocchi, si snoda seguendo le sezioni a tema della storia, dell’ architettura e dell’ arte che è sicuramente cospicua.

Il Museo infatti espone ottanta opere d’arte tra cui quelle di Botticelli, del maestro di Leonardo: il Ghirlandaio, ( di cui è in corso la prima importante mostra a Palazzo Strozzi, fino a Giugno 2019), Piero di Cosimo, Neri di Bicci, Giovanni del Biondo e, tra altri, Bartolomeo di Giovanni, Luca e Andrea della Robbia, 
autore dei dieci famosi putti, restaurati dall’Opificio delle Pietre Dure.

adorazione-dei-magi-domenico.jpg

Ghirlandaio

Si passa, quindi, dal primo piano con una ricca documentazione storica dell’Istituto e con la narrazione delle storie dei piccoli ospiti già nel 400, fino ai chiostri distinti riservati uno alle donne e l’altro agli uomini e al Salone di Brunelleschi, purtroppo non visitabile, al bookshop e al punto di accoglienza per i residenti e non, e poi al terzo piano nella loggia panoramica del “Verone” che ospita la caffetteria e da dove si gode la scenografica vista della città fino al campanile di Giotto.

bennedetto-de-maiamos.jpgBenedetto da Maiano

In conclusione, rivedere un’opera considerevole quale è l’ Ospedale degli Innocenti, fa riflettere sulla “pietas” e sull’accoglienza dei “diversi”, degli abbandonati e degli ultimi anche in periodi bui della mente e del cuore quale è il nostro attuale.

Anna Maria Di Paolo

Brunelleschi. Ospedale degli Innocenti di Firenze, Piazza della Santissima Annunziata, 12

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha inaugurato le celebrazioni del Seicentenario, l’11 febbraio 2019, ha altresì concesso l’Alto Patronato alle iniziative dell’Istituto degli Innocenti promosse per l’anno 2019-

https://www.istitutodeglinnocenti.it/content/il-seicentenario-dellistituto-degli-innocenti

Orari dal lunedì alla domenica, dalle 10 alle 19 ad esclusione del 25 dicembre e del 1 gennaio.
Il Caffè del Verone segue gli stessi orari del Museo.